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lunedì 11 settembre 2023

Avvocato e comfort zone.

 


 

Se stai leggendo questo post, molto probabilmente sei un avvocato giovane, ossia giovane mentalmente, brillante, smart, aperto alle novità, desideroso di migliorare la tua situazione sia dal punto di vista professionale che economico. 


Un avvocato alla ricerca di strategie che ti facciano ottenere migliori risultati. Un avvocato che pensa di poter cambiare la sua vita in meglio ed influenzare in modo positivo il suo destino.


A proposito di miglioramento, leggevo qualche giorno fa che, secondo Earl Nightingale, se studi un’ora al giorno per un anno (una determinata materia), sarai uno dei massimi esperti di quella materia nel paese.


Forse oggi tale affermazione potrebbe apparire un tantino azzardata; sembra più plausibile quanto affermato da Jim Rhon, secondo il quale, se nei prossimi 10 anni leggerai, ogni mese, un libro relativo al tuo settore professionale, grazie a quei 120 libri diventerai uno dei più grandi esperti della tua materia.

Prospettiva interessante, vero?


L’ostacolo principale, tuttavia, consiste nel fatto che la maggioranza delle persone vorrebbe raggiungere risultati diversi comportandosi sempre allo stesso modo. Come sicuramente ben sai, se facciamo le cose che abbiamo sempre fatto, otterremo sempre gli stessi risultati.


Ciò deriva dal fatto che non riusciamo a modificare i risultati che otteniamo perché:

1) i nostri risultati sono direttamente collegati alla nostra programmazione mentale, ossia a quei files che sono stati installati nella nostra mente: le nostre credenze, i nostri condizionamenti…


2) siamo schiavi delle nostre abitudini, ci comportiamo sempre allo stesso modo perché il nostro comportamento abituale è determinato da ciò che abbiamo nella nostra mente inconscia…


3) abbiamo paura di cambiare: le nostre abitudini ci danno sicurezza perché esse rappresentano i confini della nostra zona di comfort.


Noi tendiamo abitualmente a rimanere nella nostra #comfortzone perché, in essa, ci sentiamo al sicuro, ci sentiamo protetti; al contrario, quando usciamo al di fuori di essa proviamo paura, disagio ed altre emozioni simili.


Il problema è che, per crescere, dovremmo sempre fare cose nuove e diverse, dovremmo cercare di cambiare continuamente abitudini per non fossilizzarci, dovremmo uscire dalla nostra comfort zone per modificare i nostri limiti ed ampliarli sempre di più.


Quando vai in palestra per la prima volta, ad esempio, ti risulta difficile e faticoso sollevare certi pesi, fare determinati esercizi… ma dopo un paio di mesi di allenamento, sorriderai pensando al disagio ed alle difficoltà iniziali.


Allo stesso modo, all’inizio della pratica forense, come tutti, non riuscivi a compiere con la stessa facilità di oggi determinate incombenze o attività… Pensa alle difficoltà che hai incontrato la prima volta che hai dovuto redigere un atto di citazione o una comparsa conclusionale…


Se ci fai caso, questi due esempi sono accomunati dal fatto che in entrambi i casi sei dovuto uscire dalla tua zona di comfort, ti sei dovuto misurare con compiti apparentemente più grandi di te e ne sei uscito vittorioso.


Quindi, la lezione che puoi ricavarne è che, se vuoi crescere ed imparare cose nuove, devi sforzarti consapevolmente e costantemente di uscire sempre più spesso dalla tua comfort zone, devi imparare a ricercare, ad amare e a convivere con il disagio, perché sarà proprio questo che, alla fine dei conti, ti farà crescere professionalmente.


E’ vero, tutto questo richiede uno sforzo notevole e continuo, ma alla fine ti abituerai, perché diventerà un nuovo modo di vivere.


Pensa sempre all’esempio della palestra: se non ti sforzi volontariamente e costantemente di aumentare il peso da sollevare, il muscolo non cresce.


Ricorda sempre: "no pain, no gain".

 

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