Se stai leggendo questo post, molto probabilmente sei un avvocato giovane, ossia giovane mentalmente, brillante, smart, aperto alle novità, desideroso di migliorare la tua situazione sia dal punto di vista professionale che economico.
Un avvocato alla
ricerca di strategie che ti facciano ottenere migliori risultati. Un avvocato
che pensa di poter cambiare la sua vita in meglio ed influenzare in modo
positivo il suo destino.
A proposito di miglioramento,
leggevo qualche giorno fa che, secondo Earl Nightingale, se studi un’ora al
giorno per un anno (una determinata materia), sarai uno dei massimi esperti di
quella materia nel paese.
Forse oggi tale affermazione potrebbe
apparire un tantino azzardata; sembra più plausibile quanto affermato da Jim
Rhon, secondo il quale, se nei prossimi 10 anni leggerai, ogni mese, un libro
relativo al tuo settore professionale, grazie a quei 120 libri diventerai uno
dei più grandi esperti della tua materia.
Prospettiva interessante,
vero?
L’ostacolo principale, tuttavia, consiste
nel fatto che la maggioranza delle persone vorrebbe raggiungere risultati
diversi comportandosi sempre allo stesso modo. Come sicuramente ben
sai, se facciamo le cose che abbiamo sempre fatto, otterremo sempre gli stessi
risultati.
Ciò deriva dal fatto che non
riusciamo a modificare i risultati che otteniamo perché:
1) i nostri risultati sono
direttamente collegati alla nostra programmazione mentale, ossia a quei files
che sono stati installati nella nostra mente: le nostre credenze, i nostri
condizionamenti…
2) siamo schiavi delle nostre
abitudini, ci comportiamo sempre allo stesso modo perché il nostro
comportamento abituale è determinato da ciò che abbiamo nella nostra mente
inconscia…
3) abbiamo paura di cambiare:
le nostre abitudini ci danno sicurezza perché esse rappresentano i confini
della nostra zona di comfort.
Noi tendiamo abitualmente a
rimanere nella nostra #comfortzone perché, in essa, ci sentiamo al sicuro, ci
sentiamo protetti; al contrario, quando usciamo al di fuori di essa proviamo
paura, disagio ed altre emozioni simili.
Il problema è che, per
crescere, dovremmo sempre fare cose nuove e diverse, dovremmo cercare di
cambiare continuamente abitudini per non fossilizzarci, dovremmo uscire dalla
nostra comfort zone per modificare i nostri limiti ed ampliarli sempre di più.
Quando vai in palestra per la
prima volta, ad esempio, ti risulta difficile e faticoso sollevare certi pesi, fare
determinati esercizi… ma dopo un paio di mesi di allenamento, sorriderai
pensando al disagio ed alle difficoltà iniziali.
Allo stesso modo, all’inizio
della pratica forense, come tutti, non riuscivi a compiere con la stessa
facilità di oggi determinate incombenze o attività… Pensa alle difficoltà che
hai incontrato la prima volta che hai dovuto redigere un atto di citazione o
una comparsa conclusionale…
Se ci fai caso, questi due
esempi sono accomunati dal fatto che in entrambi i casi sei dovuto uscire dalla
tua zona di comfort, ti sei dovuto misurare con compiti apparentemente più
grandi di te e ne sei uscito vittorioso.
Quindi, la lezione che puoi
ricavarne è che, se vuoi crescere ed imparare cose nuove, devi sforzarti
consapevolmente e costantemente di uscire sempre più spesso dalla tua comfort
zone, devi imparare a ricercare, ad amare e a convivere con il disagio, perché sarà
proprio questo che, alla fine dei conti, ti farà crescere professionalmente.
E’ vero, tutto questo richiede
uno sforzo notevole e continuo, ma alla fine ti abituerai, perché diventerà un
nuovo modo di vivere.
Pensa sempre all’esempio della
palestra: se non ti sforzi volontariamente e costantemente di aumentare il peso
da sollevare, il muscolo non cresce.
Ricorda sempre: "no pain, no gain".
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