Negli ultimi tempi, sta emergendo un
crescente interesse verso la cultura del marketing, con un approccio
particolarmente pratico, all'interno degli studi legali.
Questo nuovo impulso mira a promuovere una
migliore comprensione degli strumenti e delle tecniche di marketing
specificamente adattati alle esigenze degli avvocati.
La diffidenza, da parte
dell’avvocatura nei confronti del marketing, da una parte è anche
comprensibile, se si pensa che il marketing è spesso erroneamente associato a
situazioni colorite e pacchiane del tipo Vanna Marchi o l’avvocato Saul Goodman
della serie televisiva “Better call Saul”.
Ma il marketing non è questo.
Considera che, in alcuni casi, potresti fare marketing anche senza metterci la
faccia…
Molti avvocati ritengono ancora
che il ricorso al marketing ed alla pubblicità non solo siano inutili, ma
possano nuocere all’immagine professionale, causando problemi in termini di
credibilità.
Al contrario, tali strumenti,
se rettamente usati, possono non solo farti conoscere da nuovi potenziali
clienti, ma anche farti acquistare autorità e prestigio invece che nuocere alla
tua immagine.
Infatti, quando un
professionista non riesce a combattere sul piano dell’autorità o del prestigio,
la battaglia finisce per svolgersi sul piano dei prezzi. A quel punto, la
competizione diventa una guerra al ribasso dei prezzi, dalla quale non
usciranno né vincitori né vinti. Anzi, a dir la verità, verranno fuori solo
perdenti.
Con il marketing puoi spiegare
e far comprendere, anche in modo indiretto, facendo ricorso ad un certo tipo di
comunicazione, perché un potenziale cliente dovrebbe (nel senso che avrebbe più
vantaggi a) scegliere te piuttosto che un altro avvocato.
Gli strumenti di marketing ti
consentono di porti e di raggiungere degli obiettivi che altrimenti non avresti
potuto conseguire, in quanto, grazie ad essi, puoi usare le statistiche per
misurare le attività che sono state profittevoli e, sulla base di esse, fare
previsioni reali sulle attività future.
Ogni anno, 7/8000 nuovi avvocati
(più o meno) si affacciano alla professione forense.
L’età media di inserimento nel
mondo del lavoro, per un avvocato, è di circa 30 anni.
Il problema è che, a quel
punto, la prospettiva allettante di avviare uno studio in proprio è frustrata
dalla mancanza di clienti e di possibilità economiche.
Il giovane avvocato inizia,
così, un percorso professionale all’ombra del dominus presso il quale ha svolto
la pratica forense, con poche possibilità di emergere, rimanendo ingessato per
anni senza prospettive, salvo casi eccezionali.
E’ a questo punto, tuttavia,
che il ricorso alle giuste strategie di marketing (anche solo a livello
organico, ossia senza spendere soldi in pubblicità a pagamento) consentirebbe
al giovane avvocato o praticante avvocato di abbreviare i tempi di una lunga e
difficoltosa carriera.
Sarebbe molto utile,
specialmente per i giovani avvocati e per i praticanti avvocati, iniziare a
prendere confidenza almeno con i più semplici strumenti di marketing,
familiarizzando con essi nel modo giusto, ossia secondo le regole del
marketing.
Ricordiamo, ancora una volta,
ove mai dovesse essere necessario, che il marketing per un avvocato non è
quello di Saul Goodman, della serie Netflix “Better call Saul”, né quello di
Vanna Marchi.
Purtroppo, ancora oggi, molti
sono convinti che fare marketing o farsi pubblicità abbia a che fare con il
ricorso a slogan creativi o a trovate pacchiane.
Infine, molti (anche avvocati)
sono fermamente convinti che se un avvocato ha bisogno di pubblicità per farsi
conoscere, allora o è uno sfigato o non vale poi tanto…
Purtroppo per loro, è vero
proprio il contrario. Solitamente, un professionista è molto conosciuto proprio
perché ha fatto ricorso al marketing ed alla pubblicità.
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