CERCA NEL BLOG

giovedì 18 maggio 2023

Professione forense, progresso tecnologico e crisi.

 


Da una recente statistica è risultato che la professione forense è uno di quei settori più resistenti al progresso tecnologico.


Infatti, a fronte dei cambiamenti apportati dal processo telematico, gli avvocati, anche più giovani, non hanno modificato il loro approccio “cartaceo” tradizionale.


Gli avvocati sono legati alla tradizione, sono poco propensi all’innovazione, sono conservatori, forse per pigrizia o perché replicano in maniera acritica il modello lavorativo appreso durante il corso della pratica forense dal loro dominus, anch’egli, per forza di cose, ancora più “conservatore” e meno evoluto.


Poco più del 30% degli avvocati usa software gestionali per il disbrigo delle pratiche; si può dire, senza tema di smentita, che nonostante la crescente complessità della professione, gli avvocati non hanno modificato granché la loro organizzazione.


Qualcuno ha sostenuto che il massimo dell’evoluzione della figura dell’avvocato è consistita nella sostituzione della macchina da scrivere con il computer.


Peggio ancora che andar di notte se rivolgiamo la nostra attenzione al marketing; poco più del 20% degli avvocati ha un sito o un blog, o usa internet per promuoversi o comunicare, e la stragrande maggioranza di questa esigua minoranza non sa come usare questi strumenti.


L’attaccamento alla tradizione comporta che la maggioranza degli avvocati (70%) reputi inutile o, addirittura, indecoroso o indegno svolgere attività di marketing per incrementare il numero di clienti. 


Curioso notare che più o meno la stessa identica percentuale dichiara un basso livello di reddito.


Ancora più curioso il dato relativo al fatto che l’uso della tecnologia, fra gli avvocati, è abbastanza evoluto per quanto riguarda l’uso personale relativo agli acquisti online, all’informazione e al tempo libero, mentre è molto più limitato in campo professionale.


Circa il 60% dei giovani avvocati smette di lavorare nello studio legale in cui ha fatto pratica.


Secondo gli intervistati, questo sarebbe ricollegabile alla scarsa disponibilità del dominus a far crescere professionalmente il praticante, che viene trattato più o meno come una segretaria, non impara metodi e non acquisisce capacità o competenze per gestire in autonomia la professione.


I giovani avvocati sono pessimisti sui tempi necessari per raggiungere una resa economica soddisfacente della loro attività: i più ottimisti pensano che arriverà fra i 5 e i 10 anni, ma la maggioranza, una volta entrata nel meccanismo e comprese le dinamiche, crede che forse le soddisfazioni economiche non arriveranno mai.


I giovani avvocati ritengono di ricevere pochi incarichi, in particolare gratuito patrocinio e difese d’ufficio, in prevalenza da privati e grazie al passaparola o alle conoscenze personali.


Applicano compensi anche inferiori ai minimi tariffari, spesso a causa dell’eccessivo numero dei colleghi, che, a loro dire, alimenta pratiche di concorrenza sleale.


La maggioranza considera ancora fondamentale il passaparola e la conoscenza diretta rispetto alle attività di marketing.


I giovani avvocati vivono, in gran parte, una condizione di disagio: sono insoddisfatti, delusi, alla ricerca di spazi vitali, afflitti dalla concorrenza e dai magri guadagni; desiderano che le istituzioni intervengano in modo più attivo nella realtà per attenuare o rimuovere disagi.


Solo il 2% degli intervistati si dichiara soddisfatto della professione.


La delusione dei giovani avvocati deriva principalmente da:


ü Pratiche di concorrenza sleale, degrado culturale e comportamenti deontologicamente scorretti;


ü Pochi e difficili guadagni;


ü Degrado della figura sociale dell’avvocato;


ü Scarsa considerazione per il ruolo e la funzione sociale dell’avvocato.


Tali preoccupazioni sottendono un desiderio di riscatto e di restituire alla professione la dignità del suo ruolo.


I giovani avvocati intervistati ritengono che l’eliminazione dei minimi tariffari, che a suo tempo doveva servire a favorire la concorrenza (almeno secondo l’intenzione del legislatore), ha peggiorato la condizione dei loro compensi rispetto alla qualità e quantità del lavoro svolto.


Se sei un giovane avvocato, o un praticante avvocato, e ti interessa sapere come


- migliorare la tua visibilità a livello locale…


- costruire ed aumentare la tua autorità…


- aumentare i contatti e, quindi, i clienti…


- Senza doverti rivolgere ad una agenzia di web marketing


- Senza spendere migliaia di euro per siti inutili che non portano risultati


- Senza fare pubblicità vietata,


ho preparato per te un videocorso di web marketing a livello locale per avvocati.


Ti spiego passo per passo:


- Come creare e gestire il tuo profilo Google My Business;


- Come promuovere, in modo efficace e professionale, il tuo studio su Google;


- Come attirare clienti senza spendere soldi in pubblicità.


Se hai domande da fare, se sei confuso o indeciso, se ti interessa sapere cosa puoi fare per migliorare la tua presenza e visibilità su internet a livello locale e quindi per acquisire più clienti, clicca qui.



Nessun commento:

Posta un commento